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Archive for febbraio 2008

E’ una crostata semplicissima fatta con pochissimi ingredienti ma di qualità, primo fra tutti la ricotta di capra
un prodotto della nostra bella Irpinia, dall’ aroma inconfondibile che fa la differenza…
Un GRAZIE va alla splendida “nonnina” che ha portato questo delizioso formaggio a mia mamma…
era preoccupata che non gradissimo il suo “dono”… beh, se ce ne fosse qulcun’ altra…
per la pasta:
500 g di farina
250 g di burro
200 g di zucchero
3 uova
la scorza grattuggiata di un limone
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Per il ripieno:
500 g di ricotta di capra
zucchero (a piacere)
2 uova
5 fette biscottate

Per la pasta:
impastare velocemente tutti gli ingredienti e riporre in frigo per 1 ora.

Per il ripieno:
frullare la ricotta con le uova e lo zucchero

Tritare finemente le fette biscottate.

Stendere uno strato di pasta su uno stampo, bucherellarla, versarvi sopra le fette biscottate e poi la ricotta.
Coprire con delle strisce di pasta.
Cuocere a 170 gradi per 30-40 min

Il ripieno potrebbe sembrare povero, ma credetemi, il sapore della ricotta è quello che davvero fa la differenza!

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questa torta l’ho trovata sul sito della wilton, così ho pensato di rifarla…

non è venuta tanto male…

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… come sono mielosa… quasi quasi mi faccio un po schifo in questi giorni…

S. Valentino è ancora nell’ aria!!!

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Stasera avevo proprio bisogno di un dolce che mi tenesse compagnia…
si dice che chi mangia cioccolato abbia carenze d’affetto… non so, fate voi…
io avevo certamente un bisogno disperato di cioccolato…  calo di zuccheri ???

Assemblando vari ingredienti che avevo in casa è venuta fuori una cosa simpatica e , devo dire anche molto buona…

… più lungo da descrivere che da preparare… ci ho impiegato meno di mezz’ora…

per 6 cannoli:

2 fogli di pasta fillo
olio di oliva

per il ripieno:

ricotta (possibilmente ovina)
cioccolato bianco
panna fresca
zucchero a velo
vaniglia

per la salsa al cioccolato:
100 ml di panna fresca
100 g di cioccolato fondente

zucchero a velo per decorare

Tagliare la pasta a strisce e poi in quadrati, spennellare con olio d’oliva e sovrapporne tre; pennellare con l’olio delle forme per cannoli e avvolgere la pasta. Adagiare i cannoli su una teglia rivestita con carta forno e infornare a 170 gradi per pochissimi minuti (fino a quando non diventano dorati)

Sciogliere il cioccolato bianco in poca panna e lasciare intiepidire. Con delle fruste sbattere la ricotta con la panna e lo zucchero a velo, aggiungere la vaniglia e il cioccolato bianco. Farcire i cannoli pochissimi istanti prima di mangiarli…

Per la salsa al cioccolato: sciogliere il cioccolato con la panna a fiamma molto bassa e lasciare intiepidire…
Comporre il dolce come più ci piace…

L’ideale sarebbe mangiarlo in due affondando il cannolo nella salsa al cioccolato, ma visto che ero sola… ho fatto il bis.

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Torta caprese al limoncello

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In questo S. Valentino triste e solitario ho deciso che era meglio addolcirsi con una bella caprese, che di questa ricorrenza non ha nulla se non la dolcezza…

350 g di mandorle senza pelle

5 uova medie

200 g di zucchero

40 g di farina

mezzo bicchiere di limoncello

la buccia di 2 limoni

Tritare le mandorle in un mixer.

Separere i tuorli dagli  albmumi e montare questi ultimi a neve con metà dello zucchero.

Sbattere i tuorli con lo zucchero restante e aggiungere la farina, le mandorle, la scorza di limone, ed il limoncello.

Incorporare li albumi ed un pizzico di sale.

Cuocere a 160 gradi per 40 min.

Buon S. Valentino a tutti!!!

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… tanti auguri a me… tanti auguri a me…!

Per il Pan di spagna:

5 uova

200 g di zucchero

200 g di farina

1 bustina di vanillina

1 bustina di lievitio vanigliato

Montare le uova con lo zucchero, aggiungere la vaniglia, e la farina setacciata con il lievito.

cuocere a 165° per 25- 30 min.

Per la farcia al caffè:

650 ml di latte

2 tazzine di caffè

4 uova

150 g  di zucchero

8 g di colla di pesce

45 g di farina

80 g di cioccolato fondente

 In una casseruola sbattere le uova con lo zucchero poi, setacciare sulla massa la farina; versare a filo il latte.

Cuocere la crema sempre mescolando, allontanare dal calore ed incorporare il cioccolato tritato, il caffè e la colla di pesce ammollata e strizzata. Lasciare intiepidire.

Dividere la torta in due o tre dischi, bagnare con un sciroppo ottenuto facendo bollire per qualche minuto acqua e  zucchero e aromatizzato con liquore al caffè o alla vaniglia; farcire con la crema al caffè.

Porre in frigo a riposare.

La copertura è stata fatta con glassa fondente; i fiorellini, le foglie e il fiocco sono in cioccolato plastico.

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Sfogliate frolle

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Finalmente le ho fatte!!!

Non potete immaginare quante ne ho mangiate!!!

per la pasta:

500 g di FARINA
200 g di ZUCCHERO
200 g di BURRO o STRUTTO
100 g di ACQUA
la scorza grattuggiata di un LIMONE
1 tuorlo d’UOVO
2 g di AMMONIACA

per il ripieno:

250 g di RICOTTA
150 g di ZUCCHERO A VELO
100 g di scorza di ARANCIA CANDITA (tagliata a cubetti)
200 ml di ACQUA
SALE
150 g di SEMOLINO (semola di grano duro)
un pizzico di CANNELLA
1 bustina di VANILLINA (oppure i semini di mezza bacca)
1 UOVO
aroma di FIORI D’ARANCIO

1 TUORLO per spennellare

Per la pasta impastare tutti gli ingredienti come x la frolla e mettere in frigo a riposare x un paio d’ ore.

In una pentola portare a bollore l’ acqua con il sale,aggiungere il semolino e far cuocere per qualche minuto; far raffreddare.
Passare la ricotta in un passaverdure, unire lo zuchero, l’uovo, i canditi, la vaniglia, la cannella, l’aroma e, infine, il semolino che, nel frattempo, si sarà raffreddato.
Stendere la pasta ad uno spessore di circa 4 mm, fare dei mucchietti di ripieno sulla sfoglia e tagliare con un tagliapasta rotondo.
Adagiare su una teglia rivestita di carta da forno, spennellare con il rosso d’uovo ed infornare a 180° x circa 25 min.

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Altro piatto della tradizione contadina, preparato in inverno con ingredienti poveri :

patate, peperoni sott’aceto e costolette di maiale (carne, certamente, non pregiata).

A dire il vero, non amo molto  i peperoni conservati in questo modo, ma il sapore delle patate e della carne rosolate nel loro olio è davvero particolare.

Per la preparazione:

patate

peperoni sott’aceto

costolette di maiale

olio extra vergine di oliva

aglio

alloro

sale

in una padella capiente scaldare l’olio e l’aglio, aggiungere i peperoni e far rosolare bene per circa 10 min;

togliere i peperoni scolandoli dall’ olio e aggiungere la patate, cuocerle bene, scolare anche queste e rosolare la carne; a cottura quasi ultimata riunire nella padella tutti gli ingredienti, aggiungere l’alloro e il sale e fare insaporire.  

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Per descrivere questo “pane” tipico dell’irpinia, o perlomeno della mia famiglia, credo sia opportuno parlarvi di uno degli oggetti che, insieme a pochissimi altri, faceva parte degli “accessori” che utilizzavano in cucina le contadine irpine di qualche anno fa: “lo CHINGO”.
… non chiedetemi la traduzione, purtroppo non la conosco, a dire il vero, non so nemmeno se, effettivamente, si possa tradurre…
Mi è stato descritto da mia nonna come un tegame di creta , preparato artigianalmente (lei stessa lo faceva andando personalmente a raccogliere la creta) e “cotto” nel forno dove si cuoceva il pane; utilizzato per cuocere nel fuoco alcuni tipi di focacce (la “pizza ionna” e quella “aiema”) e torte rustiche (la “pizza chiena”), ma anche carne arrosto con patate.

Per poterlo utilizzare doveva essere rovente e per questo veniva messo a “testa in giù” coperto di carbone e cenere.
La cottura era fatta con il solo calore sprigionato dal tegame mantenuto ,naturalmente, al caldo vicino al fuoco.
Le focacce venivano coperte con foglie di cavolo o castagno, precedentemente sbollentate o appassite sul fuoco, e chiuse con un coperchio ( “lo tiesto” ) di ferro sul quale veniva messa della cenere caldissima.

Successivamente, questo tegame è stato sostituito da padelle di alluminio, di ferro o di rame ( “ruoto” ) che, a differenza del primo, venivano poste su di un piedistallo di ferro con tre piedi (“lo prepete”) direttamente sui carboni e chiuse, poi, da questi “tiesti” ricoperti di cenere.

Oggi , purtroppo, il forno ha preso il posto di entrambi, e noi, a malincuore, dobbiamo prendere atto che questi sono solo i ricordi dei nosrti nonni …

Fatta questa lunga premessa , passo a parlarvi della buonissima e semplicissima “pizza ionna” ,una sorta di pane fatto con la farina di mais…
Mais bianco coltivato ancora da mia nonna e macinato come si facevano volta: nei mulini a pietra.
Viene impastata con acqua bollente, sale e olio; mangiata con le verdure…STRAORDINARIA…
Croccantissima fuori e con il cuore di polenta…

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